La lettera U – Iginio Ugo Tarchetti

La lettera U – Iginio Ugo Tarchetti

La lettera U – Iginio Ugo Tarchetti

Un omaggio a un maestro della Scapigliatura italiana, uno scrittore così originale e nello stesso tempo così poco frequentato da meritare una serata speciale, con l’intervento della compagnia teatrale Sine Nomine.

La lettera U – La nascita della Scapigliatura

Con una certa approssimazione si potrebbe dire che la vita di Iginio Tarchetti scorre nel lasso di tempo in cui Darwin elabora la teoria evolutiva, Marx analizza le dinamiche sociali e Lesseps progetta il canale di Suez.

La lettera U - Ritratto di Iginio Ugo TarchettiE’ il momento storico in cui l’Ottocento getta le basi del Novecento. Lo stesso momento in cui un osservatore attento potrebbe provare uno strano senso di vertigine, sia guardando al passato, sia sbirciando in direzione del futuro.

Mentre la scienza e la politica vanno di fretta, l’arte e la letteratura, turbate dalla comparsa delle prime avanguardie, sembrano invece volersi attardare in un crepuscolo amniotico di nostalgie romantiche.

In un’Italia che ancora non esiste, Iginio Tarchetti è con Boito, Rovani, Dossi e altre giovani menti inquiete. Insieme daranno vita a quel movimento appassionato e fugace che va sotto il nome di “Scapigliatura” e di cui si parla sempre molto poco.

 

La lettera U – La Scapigliatura di Iginio Tarchetti

Se Stevenson e Wells possono, a buon titolo, essere considerati i continuatori di quel filone letterario iniziato da Hoffmann, di quest’ultimo, Tarchetti potrebbe sembrare quasi un contemporaneo, tanto è forte l’attaccamento al “fantastico” nella sua concezione più pura e non ancora assoggettata alle teorie della psicanalisi e all’entusiasmo per le scoperte scientifiche.

Tuttavia, oltre allo stile raffinato e alle trame bizzarre, nell’opera di Iginio Tarchetti c’è qualcosa che lo rende più moderno rispetto a tanti altri scrittori e personaggi dello stesso periodo. La ribellione al presente, il rigetto del futuro come promessa di benessere, l’avversione ai principi morali della classe agiata: gli stessi argomenti che molto più tardi daranno vita ai movimenti di contestazione del ventesimo secolo.

Gli “Scapigliati” detestano la letteratura borghese, l’interesse per il denaro come passaporto sociale e la vita improntata agli ideali del successo. Molti di loro moriranno suicidi o alcolizzati in un percorso di vita autodistruttivo che potrebbe essere sovrapposto a quello di molte rockstar del terzo millennio.

In tutta l’opera di Tarchetti si avverte l’interesse per le menti alienate e per la diversità. In modo particolare nel romanzo incompiuto “Fosca” una donna di aspetto ripugnante diventa oggetto di un amore intenso e struggente.

La lettera U – Orrore e ironia

Il dettaglio grottesco è presente in quasi tutte le storie di Tarchetti. “Un osso di un morto”, “Uno spirito in un Lampone”, tanto per citare due novelle riproposte in questa raccolta.

Altro elemento particolare è il delirio, la malattia mentale, la fissazione patologica, un ingrediente immancabile e caro a tutti gli scrittori del genere “nero”.

D’altra parte, rispetto all’ossessione evocata in “Berenice” da Edgar Allan Poe, nella psicosi de “La lettera U” traspare un pizzico di ironia folle. E l’ironia finisce per smussare i contorni dell’orrore e della tragedia. Questo humor inespresso, in qualche modo anticipa i tempi perché tratteggia la follia come un tic quotidiano. E’ proprio la somiglianza con le nevrosi della modernità a rendere attuali i racconti tormentosi di un giovane “scapigliato” del diciannovesimo secolo.

 

Luis Gabriel Santiago